Savona. Alla fine si scopre che Savona è quella che è: una città accogliente, che ha nel suo dna il merito di porgere la mano ai figli più sfortunati, che non si tira indietro. Magari mugugna, ma non esita a mettere mano al portafoglio anche se di questi tempi dentro c’è quello che la crisi ha lasciato, cioè poco. Parliamo dei senzatetto, un popolo difficile da catalogare, da capire, che talvolta si fa fatica persino ad aiutare.
Il caso del giorno è una petizione di alcuni condomini di palazzi che si affacciano su piazza Maestri dell’Artigianato. “Un tempo – dicono in sostanza i firmatari – c’erano tre o quattro clochard tranquilli, addirittura tenevano pulita la zona e in qualche modo li ricompensavamo. Ora non più, è arrivata una decina di senzatetto che si ubriacano, urlano, lasciano la zona in condizioni igieniche precarie, a volte sembrano aggressivi. Abbiamo paura a uscire e soprattutto a far uscire i nostri figli”.
Lì vicino, in via De Amicis, c’è la mensa della Caritas, ma le precauzioni anti Covid non consentono più l’accoglienza con le modalità di un tempo ed ecco quindi spiegati, almeno in parte, gli assembramenti lamentati nella petizione. Se ne stanno occupando le forze dell’ordine, a cominciare dalla polizia di Savona (“Ci stiamo lavorando a tempo pieno, anche se non è facile interagire con questo tipo di persone”, spiega il comandante Igor Aloi), la stessa Caritas con il consueto impegno del direttore Alessandro Barabino, i servizi sociali del Comune.