Cronaca

Vaccino Covid, alcune regioni vanno più veloce della Liguria. Toti: “Se lo fanno sono fuori legge”

Vaccino Covid, alcune regioni vanno più veloce della Liguria. Toti: “Se lo fanno sono fuori legge”

Genova. Venerdì ci siamo occupati del caso di Alex Piga, 33enne genovese malato di fibrosi cistica, una malattia rara che colpisce l’apparato respiratorio e che potrebbe portarlo direttamente alla morte se contraesse anche il coronavirus. Alex, come tante altre persone definite “estremamente vulnerabili”, non potrà ricevere il vaccino prima di giugno. Questo perché il ministero ha deciso di inserire le persone con patologie come la sua nella fase 2 della campagna vaccinale, e in Liguria la fase 1 (quella dedicata perlopiù agli over 80) finirà solo il 30 maggio, sempre che le dosi Pfizer e Moderna – le uniche utilizzabili per loro – arrivino nei tempi previsti.

Siccome avevamo riportato a titolo di esempio che la Regione Veneto inizierà a vaccinare i malati di fibrosi cistica il 26 febbraio, come comunicato dal Centro fibrosi cistica di Verona, abbiamo provato a chiedere lumi durante il punto stampa serale sull’emergenza coronavirus. La prima risposta è arrivata da Filippo Ansaldi, direttore della prevenzione di Alisa: “Bisogna essere precisi, altrimenti il messaggio che arriva alla popolazione è sbagliato. Tutte le Regioni si allineano ai criteri di priorità del ministero, se no si va contro la legge. I pazienti con fattore di rischio, i cosiddetti ultra-fragili, verranno vaccinati successivamente alla fase over 80. Questo è il dettame governativo. Questo è il dettame degli organi tecnici”.

Dopodiché il presidente della Regione Giovanni Toti ha messo in dubbio la veridicità di quanto segnalavamo: “Continuo a sentirmi dire ‘risulta’, ‘penso’, ‘il Veneto ha comprato i vaccini per conto suo’, ‘in Campania vaccinano altre categorie’. Poi io regolarmente chiamo i governatori e gli assessori alla sanità, con cui ho una chat, e tutto ciò non risulta a nessun altro se non a qualche giornalista che lo legge non so dove. Leggiamo gli atti della pubblica amministrazione, non i ‘si dice’ pubblicati su Facebook”.

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