Cronaca

Un anno di Covid nel racconto del rianimatore Simone Bazurro: “Impossibile dimenticare gli sguardi e gli occhi dei malati”

Un anno di Covid nel racconto del rianimatore Simone Bazurro: “Impossibile dimenticare gli sguardi e gli occhi dei malati”

Savona. Ad un anno dall’inizio della pandemia di Covid 19, la redazione di IVG.it ha deciso di raccogliere la testimonianza di Simone Bazurro, anestesista rianimatore al San Paolo di Savona e capo raggruppamento Liguria del servizio di elisoccorso del Corpo italiano di soccorso Ordine di Malta. Un medico che questo anno faticoso, sotto tutti i punti di vista, l’ha vissuto sul campo, convivendo con gli aspetti più drammatici della pandemia.

Un anno di Covid raccontato da Simone Bazurro

Un anno di pandemia di Covid , quale tipo di cambiamento e di impegno nel suo lavoro di anestesista rianimatore?
L’impegno in termine di carico di lavoro è aumentato parecchio, è da un anno che non facciamo ferie , a parte il risposo biologico obbligatorio ( il rischio che si matura in seguito all’utilizzo delle sostanze che utilizziamo come anestesisti rianimatori), un carico di lavoro anche emotivo, lo stress è tanto, anche per il numero di morti che è elevato, con una mortalità al 70% e per un medico è stressante non essere efficace quanto si vorrebbe, poi esiste la frustrazione per la gestione dei rapporti con i parenti. Noi siamo il contatto con la famiglia che non può più vedere il suo caro che una volta salito in ambulanza purtroppo tante volte non lo rivedono più. Noi siamo gli occhi e le orecchie per la famiglia e quindi li abbiamo supportati a distanza, telefonicamente, con il nostro responsabile che è molto brava, ed essere questo tramite con il familiare è sicuramente un lavoro importante, stressante e molto diverso che ha cambiato molto il nostro lavoro. Prima avevamo un rapporto diretto con il parente e noi potevamo aggiornarli tutti i giorno vis a vis. Il Covid ha cambiato tutto. Unendo tutti questi fattori: cambio di orari, mancanza di riposo, lo stress dovuto ai risultati , tutte queste persone che muoiono, e aggiungiamo il disconfort dal punto di vista fisico di stare ore e ore con maschere ffp3, le visiere, le tute, 3 paia di guanti è stato complesso e sicuramente stressante. Asl2 ci è stata molto vicino, molto a fianco ,supportandoci fin dall’inizio, grazie all’organizzazione a supporto delle terapie non siamo mai andati in crisi e dall’altra parte è stato molto importante il ruolo di quei privati , aziende e singoli che a Savona sono stati veramente tanti : ci hanno supportato economicamente con donazioni , abbiamo potuto acquisire molte apparecchiature, in modo personale tanti negozianti ci hanno fatto pervenire pizze e dolci. Una vicinanza di savonesi e albisolesi e di tutte le persone che ruotano intorno al’ ospedale San Paolo veramente importante. Avere il supporto della cittadinanza per noi è tanto, la fatica, il dolore e i sacrifici che abbiamo fatto, quando sono ripagati così, con la gioia delle persone che dicevano Grazie per quello che fate ti riempie il cuore e ti da la forza e la carica di dire :“sto facendo la cosa giusta”.

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