“Possiamo chiudere il ciclo senza biodigestori né a Saliceti né a Boscalino”

“Possiamo chiudere il ciclo senza biodigestori né a Saliceti né a Boscalino”

Il Pd di Arcola dice no al digestore a Boscalino, assemblea all'Arci di Baccano

L’incontro sul biodigestore tenutosi al Circolo Arci di Baccano nell’estate 2018

Mercoledì 14 settembre alle ore 21 al Circolo Arci di Baccano il Circolo Pd di Arcola organizza un incontro pubblico sul nuovo Piano regionale dei rifiuti. Parteciperanno il sindaco di Arcola Monica Paganini, il consigliere regionale Pd Davide Natale, la referente provinciale ambiente Pd, Renata Angelinelli e il sindaco di Castelnuovo Daniele Montebello, candidato alla Camera.
Accompagna l’iniziativa un documento del circolo Pd arcolano. “L’estate che abbiamo vissuto – si legge -, la più calda da 500 anni, dimostra quanto sia urgente la transizione ecologica da un modello di sviluppo che ha alterato l’ambiente ad un nuovo che sia sostenibile. Si tratta della sfida principale ed urgente che le nostre società devono affrontare per difendere la vita del nostro pianeta. La gestione dei rifiuti costituisce una frontiera importante della transizione. Per produrre beni e servizi con risparmio di risorse naturali. Per smaltire correttamente i rifiuti e trasformarli in nuove risorse piuttosto che distruggerli con inceneritori o ammassarli in discariche. Tutto ciò che il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti approvato dalla Giunta Regionale di centrodestra della Liguria non ha affrontato con serietà, ponendo obiettivi risibili di riduzione e differenziazione dei rifiuti. Per fare un esempio l’obiettivo stabilito del 67% di raccolta differenziata confrontato con l’80% fissato dalla Regione Emilia-Romagna che ha il triplo della popolazione ligure, è l’emblema della scarsa attenzione alla politica ambientale introdotta, non solo sul tema dei rifiuti, dal centrodestra regionale e nazionale. Non solo scarsi obiettivi ma anche strumenti sbagliati, tra cui il gigantismo degli impianti di smaltimento (sia dei rifiuti indifferenziati che di quelli umidi), sovradimensionati rispetto alla domanda dei bacini provinciali di riferimento e quindi destinati ad allargare i conferimenti fuori provincia con incremento della pressione sul trasporto, sul consumo di suolo e più in generale dell’impatto ambientale sulle sedi di smaltimento. E così il ricorso all’incenerimento per trattare gli elevati scarti dell’indifferenziato, che in barba alla difesa del clima riporta la lancetta delle politiche di smaltimento agli anni Novanta”.

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