L’altra Exodus, Carassale: “Nel ’47 da Porto Venere partirono oltre 1400 profughi ebrei. Una storia da ricordare”

L’altra Exodus, Carassale: “Nel ’47 da Porto Venere partirono oltre 1400 profughi ebrei. Una storia da ricordare”

Exodus, il molo Pagliari

Una borsa di studio, un monumento commemorativo e una serie di iniziative nelle scuole con l’intento di tramandare una storia che vide protagonista la provincia spezzina. Il consigliere comunale della lista “Ambiente e progresso” Fabio Carassale ricorda quell’8 maggio 1946 quando le imbarcazioni, “Fede” e “Fenice”, con 1.014 profughi, salparono dal Molo Pirelli della Spezia e aprirono la via dell’emigrazione in Palestina. Una circostanza storica che avvenne nei mesi successivi alla liberazione nazi-fascista alla fine della seconda guerra mondiale, quando oltre 200.000 ebrei sopravvissuti allo sterminio, vivevano ancora in condizioni estreme all’interno dei campi di concentramento presenti in Austria e Germania, anelando la possibilità di trasferirsi nella “terra promessa” in Palestina, cercando di raggiungere i porti del Mediterraneo per tentare di intraprendere il viaggio via mare. “In quel periodo il Golfo della Spezia divenne una delle principali basi di partenza. La città della Spezia protagonista di questa missione umanitaria è ancora strettamente legata alla storia di questo esodo post bellico; dalla provincia spezzina transitarono e partirono per la “terra promessa” all’incirca il 25 % dei sopravvissuti ai campi di sterminio, tanto da meritarsi l’appellativo di “Porta di Sion””. La nascita oltre vent’anni fa del “Premio Exodus” andava proprio nella direzione della memoria così come il gemellaggio tra le città di Haifa e Jenin, promosso dal Comune della Spezia nel tentativo di contribuire al dialogo per promuovere una risoluzione pacifica della causa mediorientale.

 

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