Lavagna: “Piana Entella, Giampedrone si aggiorni su ciò che è mutato”

Lavagna: “Piana Entella, Giampedrone si aggiorni su ciò che è mutato”

giovanni melandri

Da Giovanni Melandri per il comitato “Giù le mani dall’Entella”

L’Assessore alla Protezione civile della Regione Liguria Giacomo Giampedrone è recentemente ritornato sul tema delle tristemente note opere di regimazione idraulica sul fiume Entella, approvando il proseguimento della loro realizzazione per mano della Città Metropolitana di Genova, che ne è il soggetto attuatore e titolare delle risorse stanziate dal Ministero dell’Ambiente, avendo ottenuto, come sostiene, tutte le autorizzazioni previste dalla Legge.
L’Assessore dimentica di dire che tali opere sono finalizzate ad un progetto urbanistico infrastrutturale di cui l’elenco delle opere è contenuto nella Relazione Urbanistica allegata al progetto esecutivo approvato con la Delibera della Provincia di Genova n. 123 del 18.11.2013. Di tale progetto urbanistico infrastrutturale non è, tuttavia, più prevista la realizzazione, al punto che il Comune di Lavagna ha posto il vincolo agricolo sui terreni della Piana, per cui neanche in futuro saranno edificabili.
Si tratta, pertanto, di difese spondali, come noto estremamente impattanti, che, pertanto, proteggeranno da un piano urbanistico infrastrutturale sorpassato, non più previsto né di fatto, né come progetto.
Essendo cambiato il quadro, logica vorrebbe che ci si ponesse la domanda se sia il caso di procedere con il paraocchi, facendo finta di niente, così come poco importa che Città Metropolitana non abbia neppure il titolo edificatorio idoneo per procedere con i lavori, mancando l’accordo di programma tra i Comuni coinvolti di Chiavari e di Lavagna previsto la legge, la cui mancanza ha rilevanza penale.
Oltretutto, il Comune di Chiavari si è opposto a tali opere, per la parte che riguarda il proprio territorio, con sospensione dei lavori, che riguarda il solo territorio chiavarese, eccependo, fra l’altro, proprio la mancanza dell’idoneo titolo edilizio. Nel caso le ragioni di Chiavari dovessero essere accolte nelle sedi giudiziarie competenti e le opere dovessero essere ultimate solo a Lavagna, si avrebbe un disallineamento del progetto complessivo, con maggiori pericoli per tutti.
Poco rileva per la Regione Liguria e per la Città Metropolitana, infine, che su quelle aree sia in corso il perfezionamento delle procedure per il riconoscimento del vincolo paesaggistico e che i famigerati muraglioni finiranno per compromettere beni ambientali che già ora, secondo consolidata giurisprudenza, dovrebbero essere tutelati.

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