Chiavari: ritratto di Gianna Pratesi Capaldi, 103 anni di pittura, tra Scozia e Liguria

Chiavari: ritratto di Gianna Pratesi Capaldi, 103 anni di pittura, tra Scozia e Liguria

pittrice Gianna Pratesi Capaldi, "Le arti s'incontrano", "Chiavari, Montmartre per un giorno", arte e artisti

Gianna Pratesi Capaldi ha da pochissimi giorni compiuto 103 anni; è nata infatti a Chiavari il 16 marzo 1920 da una famiglia che aveva in Caruggio, all’altezza del fotografo Migone, un negozio di cappelleria e modisteria. È l’unica rimasta di tre fratelli, gli altri erano Piera, storica insegnante di pianoforte, sia a scuola che privatamente, e Franco, prima comandante sulle navi e poi gestore del negozio di borse Pratesi, appunto, per trent’anni aperto in via Martiri della Liberazione. Gianna è dei tre quella che ha vissuto una vita più movimentata, complice il carattere esuberante e vivace e, come lei stessa riconosce, la fortuna di essere nata in una famiglia che ha sempre sviluppato nei figli l’amore per l’arte, il teatro e la cultura, la passione per lo sport e il desiderio di conoscere. Nata da genitori benestanti per la Chiavari dell’epoca, da bambina Gianna si mischiava coi ragazzini più poveri di via Bighetti a cui la mamma mandava sempre “la donna” a pulire e aiutare. Fin dalla tenera età ama disegnare e più tardi, imparando a scuola, dipingere, passione che le rimarrà tutta la vita e che dopo la guerra, tornata in Italia dalla Scozia, dove andò su consiglio di un amico di famiglia e dove nel frattempo si era sposata e avuto il primo figlio, Marco, farmacista, diventa la sua professione. Insieme a quello per la pittura, l’accompagna anche l’amore per il pianoforte. Fin da giovanissima artistica e sportiva insieme: lei stessa racconta che da ragazzina in via Bighetti si appendeva alle travi perpendicolari alla strada. Più grande, nel 1938 ha inaugurato la piscina del Lido (e chissà, spera di inaugurare quella nuova!); una professoressa le aveva consigliato di frequentare l’Isef (Istituto superiore di educazione fisica) ma la guerra non lo rese possibile. Ha sempre nuotato molto, ancora adesso; andava a dipingere sempre in bicicletta, dove dice di essere “nata”, tanto da essere andata fino a Genova sulle due ruote. Ora le piacerebbe giocare a badminton, fa ginnastica in casa, segue in televisione ciclismo e tennis. In Scozia si è trovata benissimo, ha conosciuto un pittore che l’ha fatta entrare in un gruppo dove ha potuto dipingere e suonare. Tornata in Italia, ha esposto in via Bighetti, unica donna tra uomini, a Santa Margherita, a Palazzo Doria a Genova. Nel 2016 Gianna incontra a Chiavari Vittorio Sgarbi, in occasione di una lezione sul Caravaggio.

Ci accoglie nell’appartamento di corso Genova pronta a raccontarsi, in un pomeriggio di quasi primavera, in un salotto dove c’è spazio per tre pianoforti, circondata dai quadri di una vita, dalle fotografie dei genitori, dei fratelli, dei figli (oltre a Marco, Alessandro, sacerdote), dei nipoti e del pronipote.

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