Genova. “L’attuale diga non può restare dov’è ma deve essere demolita. Non ha senso spendere soldi per aumentare lo specchio portuale per poi trovarci una diga in mezzo”. Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, torna a battere chiodo su quello che rischia di essere un handicap per la monumentale opera destinata a rivoluzionare il porto di Genova. C’è infatti una piccola porzione dell’attuale struttura, circa 400 metri dalla Foce alle riparazioni navali, che è vincolata dalla Soprintendenza in ragione della sua importanza storica.
“Su questo deve essere fatta una riflessione da parte di tutti: sull’importanza di avere il primo porto del Paese e sul fatto che l’attuale diga non è un monumento storico ma una diga, e nella storia le dighe si sono sempre demolite – incalza oggi Rixi a margine del Mare Global Forum a Palazzo Tursi -. Io sarei per rimuovere tutti i vincoli e per riutilizzare il materiale in parte anche per la nuova diga, semplificando i lavori, risparmiando terreno e territorio e decongestionando il traffico. Questa è un’ipotesi razionale, ogni tanto il nostro Paese non lo è, purtroppo”.