Cronaca

Ponte Morandi, in aula i veleni tra Spea e Aspi. Vezil: “Galatà mi disse di registrare Donferri per poterlo denunciare”

Ponte Morandi, in aula i veleni tra Spea e Aspi. Vezil: “Galatà mi disse di registrare Donferri per poterlo denunciare”

Crollato ponte Morandi a Genova

Genova. “Fu il mio dirigente Antonino Galatà (ex amministratore delegato di Spea, ndr) a dirmi di registrare le riunioni con Donferri perché l’ex numero tre di Aspi continuava ad insultare lui e altri colleghi di Spea. Mi disse che in questo modo avremmo potuto poi intraprendere delle azioni legali contro di lui. A parlare in aula è Marco Vezil, ex dirigente di Spea, uno degli ultimi imputati a farsi interrogare nel processo in corso per il crollo del ponte Morandi. E’ lui, insieme al collega Massimo Giacobbi, ad aver registrato decine di riunioni che sono utilizzate oggi dalla procura per dimostrare come i massimi vertici di Aspi e di Spea erano a conoscenza dello stato di degrado del ponte. Registrazioni di cui è stato chiesto conto la scorsa settimana proprio a Donferri.

Eppure, come sembra emergere da quest’udienza, quelle registrazioni erano più che altro frutto di veleni interni tra le due società, con Donferri (ma anche Castellucci) che avevano deciso di azzerare Spea considerandola inefficiente. “Era già successo he Donferri avesse dato del ‘cerebroleso‘ a Bernardini, che infatti se ne andò”. L’insulto, che non era collegato al lavoro sul Polcevera, ebbe però come conseguenza il fatto che che il primo progetto di retrofitting sul ponte Morandi, di cui era incaricato proprio Bernadini, venne azzerato e ripartì in ritardo con i nuovi progettisti De Angelis, più ‘gradito allo stesso Donferri.

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