Da Pino Lanata
Notte di luna nuova; sono le cinque, suona la sveglia, velocemente mi alzo, corro in cucina, preparo un thermos di caffè, mi vesto velocemente “da cacciatore”, prendo l’auto, passo da Mingo a prendere la solita abbondante dose di focaccia calda, salgo a Sant’Andrea, posteggio, carico in spalla il pesante zaino con tanica d’acqua fresca e tutto l’occorrente, percorro velocemente un viottolo sassoso che serpeggia sul dorso del boscoso poggio; la notte sta scemando, l’allocco si fa sentire per l’ultima volta; raggiungo la “baracchetta” vicino al “palco”; scarico il mio fardello, sistemo la scala, salgo con attenzione, apro la “botola” e sono sul capanno; molto in alto, intorno solo il verde dei lecci, mi sembra di toccare il cielo.