Genova. Terminata la lunga maratona elettorale, arriva il momento di fare conti e confronti, soprattutto alla luce di un risultato rimasto in bilico quasi fino all’ultimo e che restituisce una distribuzione dei voti molto diversa rispetto alle scorse regionali del 2020 e con qualche novità rispetto alle più recenti europee dello scorso maggio. Se il centrodestra ha vinto, infatti, è lontana la stra-vittoria della stessa coalizione nelle elezioni di quattro anni fa, mentre il centrosinistra migliora sì la sua performance, ma nei partiti dell’area progressista solo il Pd può addolcire la sconfitta con una crescita delle preferenze.
Il convitato di pietra è chiaramente il dato sull’astensione che certifica un ulteriore arretramento dell’interesse politico o alle logiche di rappresentanza democratica da parte dell’elettorato. Nel 2020 andò a votare il 53,2% degli aventi diritto, cioè circa 716 mila persone, in questa tornata elettorale l’affluenza si è fermata al 45,9%, vale a dire sotto la soglia della maggioranza assoluta- un dato che già di per sé è significativo e che testimonia l’erosione della forza rappresentativa delle istituzioni – e che tradotto in termini assoluti significa che in questi anni si sono persi i voti di 93 mila liguri, vale a dire circa il 7% degli aventi diritti. Un numero consistente, e che sarebbe potuto essere decisivo.