Si allunga la mesta sequenza dei suicidi nelle carceri italiane, già oltre quota ottanta nel 2024; e ad incrementarla è un caso verificatosi nella casa circondariale della Spezia. “Sono così 83 i detenuti che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita, mentre 7 sono gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, in una spirale di morte a cui, evidentemente, non si vuole porre concretamente argine”, dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia penitenziaria. A perdere la vita, spiega il sindacalista, è stato un 44enne spezzino, detenuto per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e in attesa di primo giudizio. “Si era impiccato nella sua cella il 12 novembre scorso. Immediatamente soccorso, era stato condotto in ospedale in fin di vita. Nel pomeriggio di ieri sono terminate le sue sofferenze”, dice De Fazio. “Sono ormai 16mila i detenuti oltre i posti disponibili e più di 18mila le unità mancanti al fabbisogno della Polizia penitenziaria, peraltro mal organizzata e scarsamente equipaggiata. Solo questo dovrebbe indurre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e l’intero Governo ad assumere provvedimenti tangibili e immediati. Invece, assistiamo ai soliti teatrini della politica e, al più, alla lettura di compitini con numeri fuorvianti in occasione di interrogazioni parlamentari, come da ultimo ieri pomeriggio a Montecitorio”, aggiunge il segretario della UilPa Penitenziaria. “Nel 2022, anno tristemente record, i suicidi furono 84. Mancano 33 giorni alla fine dell’anno e, nostro malgrado, il periodo delle festività natalizie è spesso connotato dalla recrudescenza dei fenomeni autolesionistici e autosoppressivi. Temiamo che presto si supererà quel record già di per sé vergognoso per un paese civile. Auspichiamo un sussulto di coscienza nella presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e in tutto l’esecutivo”, conclude De Fazio.
In merito all’accaduto, si registra anche un intervento dell’Associazione Luca Coscioni, che lo scorso agosto scorso aveva diffidato le 102 Asl competenti per la salute dei 189 istituti di pena italiani, e che ora torna ad appellarsi alle istituzioni “perché si assumano le responsabilità di rispettare i diritti umani degli oltre 62.000 ristretti in Italia”, si legge in una nota dell’associazione. “Malgrado l’aggravarsi della situazione – dichiara Marco Perduca, che per la Coscioni coordina le attività per la salute in carcere – l’attenzione di Governo e Parlamento alla cosiddetta emergenza sovraffollamento è scomparsa. Neanche la metà delle 102 Asl che abbiamo diffidato ci ha risposto (l’Asl 5 è però tra quelle che hanno dato riscontro, come spiegato il mese scorso dalla stessa Coscioni, ndr) e nessuna ci ha fatto sapere cosa abbia rilevato nelle visite di controllo in carcere. Per questi motivi sono in corso altrettante richieste di accesso agli atti per capire come siano state fatte le visite e cosa abbiano registrato. Tra l’altro lo scorso 27 novembre è stato divulgato il rapporto dell’Osservatorio penitenziario adulti e minori elaborato su statistiche del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità aggiornate al 25 novembre 2024 che conferma il cronico sovraffollamento, disomogeneità regionali e inagibilità strutturali. Ma non si ha notizia di dibattiti o ‘indignazione’ istituzionale”.