I casi di tentato suicidio erano molto frequenti ad inizio Novecento; ne abbiamo testimonianza nei giornali che avevano rubriche quotidiane tipo “i volontari della morte”; vi elencavano nome, anni, modalità. Tanto frequenti che il Comune di Genova costruì una cancellata collocata sul ponte di Carignano o le reti anti cadute sotto via Aurelio Saffi. Il fascismo vietò di darne notizia; i quotodiani comunque pubblicavano dettagli di morti precipitati mentre lavavano i vetri, pulendo armi, per giramenti di testa. Fortunatamente la qualità della vita è migliorata nel dopoguerra ed i casi di tentato o di suicidio sono notevolmente diminuiti, ma persistono anche nel nostro territorio. E per questo trattiamo l’argomento. Alcune testate escludono la publicazione a priori; altre ignorano i casi avvenuti tra le mure domestiche, ma pubblicano quelli avvenuti in pubblico, spesso ipotizzando incidenti. La frase “insano gesto” sembra definitivamente sparita da verbali e articoli. Un fenomeno che tanti preferiscono ignorare e nascondere. (m.m.).
Cronaca
Chiavari: salute mentale e non solo, cause e forme del suicidio