Alessandra Pagani presenta il romanzo “Resta solo la tua voce”: “Pontremoli mi ha accolta quando lo stalking non era tutelato dalla legge e non si conosceva nemmeno la parola”

Alessandra Pagani presenta il romanzo “Resta solo la tua voce”: “Pontremoli mi ha accolta quando lo stalking non era tutelato dalla legge e non si conosceva nemmeno la parola”

Alessandra Pagani

“Io ora sono solo una voce. Avevo vent’anni quando sono morta. Mi hanno ammazzata le stesse persone che dicevano di amarmi. Nessuno è stato condannato. Né la mia famiglia, né gli amici, né gli insegnanti, né la società, né i mass media, né lo Stato, e non è stato condannato l’assassino. L’unica che hanno calunniato, offeso, messo a tacere, umiliato e ammazzato sono io”. Poche righe alla pagina numero 5 compendiano trama, intenzione, storia, attualità e cronaca del libro Resta solo la tua voce, edito da Morellini editore per la Collana Varianti, uscito nel novembre 2024. Scritto da Alessandra Pagani, editor e scrittrice originaria della Lunigiana, il romanzo segue una trama che rassomiglia a storie già ascoltate. Storie in cui l’affetto, nella risacca della vita, si trasforma in una tragica storia di sangue. Questo venerdì Alessandra ha presentato Resta solo la tua voce presso il Centro Ricreativo Comunale di Pontremoli, nell’ambito di “Spazio Venerdì, incontrarsi per conoscere”, a cura di Rosanna Pinotti e Paola Bianchi. “Pontremoli è rifugio, è casa”, dichiara la scrittrice. Il libro è stato scritto nel 2021 ed è riferito a un caso di cronaca accaduto negli anni ’90, un fatto che è legato al motivo per cui lei, quattordicenne, si è trasferita dalla città dove viveva a Pontremoli, dalla nonna. “Fuggivo da uno stalker, una persona che ha continuato a perseguitare una mia compagna di classe per dieci anni, finché non l’ha uccisa”.

Cos’è per te la Lunigiana?
“Sono prima di tutto le mie radici. È la mia adolescenza. Una bella adolescenza. Ho frequentato il Liceo Classico Vescovile di Pontremoli. Ho avuto l’ardire di lasciare tutto per evitare un individuo che percepivo come pericoloso. Pontremoli mi ha accolta in un momento in cui lo stalking in Italia non era tutelato dalla legge e non si conosceva nemmeno la parola. Mi ha accolta una popolazione che parla con l’accento dei miei nonni, i piatti tipici che già conoscevo, compagni di classe che mi hanno accompagnata serenamente alla maturità… La mia famiglia è tutta lunigianese, veniamo da Filetto, Bosco di Rossano, Mochignano, Corlaga,… sono risalita sino agli avi del Cinquecento, sono una frequentatrice di archivi storici”.

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