Siamo arrivati all’ultima puntata di questa serie (in calce i links delle precedenti per chi voglia rileggerle).
Sparsi per il mondo Annie aveva due sorelle e quattro fratelli di cui il più caro era Italio, medico condotto a Varese. L’aveva spinta lui ad andare da Carducci che non conosceva, per chiedergli la prefazione per le sue poesie ed è lui che in fretta scende dalle Prealpi per sfidare a duello il proffe Caldi per avere diffamato la sorella. Non conosciamo con quale arma si sarebbe svolta la singolar tenzone né se sarebbe terminata al primo o all’ultimo sangue. Solo sappiamo che il Caldi rifiuta di battersi.
Allora il duello era la pratica abituale con cui la gente perbene regolava le proprie controversie, una moda così diffusa che preoccupava i Governi. Per questo nell’89 Crispi apporta modifiche al Codice Penale che entrano in vigore il 1 gennaio del ’90 (Regio Decreto 6133/1889).
L’intero Capo IX del Titolo IV del Libro Primo è dedicato al duello che è proibito. I trasgressori sono sottoposti ad un’ammenda pecuniaria molto elevata. Inoltre, il penultimo dei nove articoli dedicati alla questione prevedeva la reclusione fino a un anno per chi avesse aizzato un altro a battersi.
In virtù di queste norme, quindi, sono pienamente giustificati tanto il rifiuto di Caldi quanto la denuncia che prontamente inoltra alla Magistratura contro il Vivanti, i due padrini da lui nominati per assisterlo e Carducci.
Il poeta, infatti, appena saputo della cosa aveva aspramente biasimato la condotta di Caldi per avere rigettato il duello. Per di più gli aveva inviato un telegramma eccitandolo a battersi per onore del corpo degli insegnanti.
Quel gerundio fa sorridere: il Poeta che è un eccezionale filologo, dimentica il motto latino nomen/omen per cui il destino di chiunque è scritto nel nome che si porta? Uno che di cognome fa Caldi ha bisogno di essere eccitato per scaldarsi? Non sa provvedere da solo?
Così parte l’iter giudiziario. Il giudice di Sarzana (il Tribunale allora era là) manda subito le carte alla Pretura della Spezia con una celerità che oggi rimpiangiamo essersi dissolta.
Tuttavia, allora si facevano figli e figliastri.
Infatti, nonostante il penultimo articolo Carducci viene assolto da ogni accusa per insussistenza del reato. Del resto, come si poteva mandare in galera il Poeta della Nazione di cui già da tempo era noto che alla fine dell’anno sarebbe stato chiamato in Senato, carica allora non elettiva ma di nomina regia?
Alla fine pure Caldi è assolto e gli unici a pagare sono i due padrini che nella storia erano quelli che c’entravano di meno.
Ma le sentenze, si sa, vanno sempre rispettate.
le puntate precedenti:
1 Annie e Giuseppe
2 Il tradimento
3 La versione di Annie
4 Una testimonianza autorevole
5 Il profe del Liceo
6 L’altro uomo, il bocciato
7 Annie e quel comunicato del “La Spezia”