Un’agenzia nazionale di coordinamento, che sia dotata di risorse e di personale specializzato e che possa operare in stretta connessione con le singole Autorità di sistema portuale, controllandone l’attività ma specialmente indirizzando le loro scelte sulla base di una politica nazionale che consenta di evitare le duplicazioni di interventi sulle stesse filiere e quindi lo spreco di risorse. Un dato per tutti: se tutti gli interventi pianificati dai singoli porti nel settore container fossero realizzati, si creerebbe un’offerta di movimentazione quasi tripla rispetto all’attuale volume complessivo dei traffici container in tutti porti italiani.
A intervenire in modo deciso sul tema della riforma portuale è Andrea Fontana, presidente degli Agenti marittimi della Spezia a nome della comunità portuale spezzina che raggruppa le principali categorie imprenditoriali del settore portuale.
Secondo Fontana, è quindi corretto che l’eventuale riforma normativa si indirizzi sulla necessità di avere un controllo centralizzato a livello di scelte nazionali come per esempio sulle priorità dei finanziamenti alle grandi opere e di conseguenza sulla programmazione degli investimenti delle varie Autorità di sistema portuale armonizzati in un quadro di insieme che eviti le duplicazioni di banchine e piazzali, sulla interoperabilità delle Pcs dei vari porti, sulla gestione della sostenibilità ambientale e il passaggio dei porti ad ambiente green, sul coordinamento fra porti e sistema logistico.