Undici persone e sette società si avviano verso il processo che ruota intorno alle accuse di corruzione, falso e turbativa d’asta mosse nei confronti dell’ex sindaco di Porto Venere ed ex capo di gabinetto della Regione Liguria, Matteo Cozzani. Nei giorni scorsi, infatti, il procuratore della Repubblica Elisa Loris ha inviato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, portando verso lo step successivo il filone spezzino dal quale è scaturita l’inchiesta che nel maggio scorso ha portato anche all’arresto dell’ex presidente della Regione Giovanni Toti e di manager e imprenditori di spicco degli ambienti portuali genovesi.
Con la chiusura del fascicolo la Procura della Spezia si accinge a chiedere il rinvio a giudizio per tutti. Sarebbe Cozzani, secondo le ipotesi dei pm il fulcro del sistema locale di potere e di scambi di favori, all’interno del quale operava sia come primo cittadino che come funzionario regionale.
Gli altri indagati per corruzione sono i fratelli imprenditori milanesi Mirko e Raffaele Paletti, titolari del Grand Hotel di Porto Venere, il presidente e il direttore del Salone Nautico di Genova, Saverio Cecchi e Alessandro Campagna, il fratello dell’ex sindaco, Filippo Cozzani, il presidente del Comitato delle borgate del Palio del Golfo, Massimo Gianello, l’ex funzionario della Camera di commercio, Francesco Fiorino, e gli imprenditori pubblicitari genovesi Ivan Pitto e Giovanni Olcese. E’ indagato per falso, invece, Filippo Beggi, ex collaboratore di Cozzani in Regione.
Nel fascicolo compaiono poi le società Filcasa Spa, Frontemare Srl, OF Srl, Segnalvara Srl, Ant Srl, Liguria screen Srl e Comitato delle borgate.
Secondo gli investigatori Cozzani avrebbe ricevuto denaro, favori e utilità per facilitare operazioni immobiliari e concessioni di licenze, specialmente per la realizzazione da parte dei fratelli Paletti di uno stabilimento balneare nell’area della ex Cava Carlo Alberto sull’isola Palmaria. Inoltre, l’ex sindaco si sarebbe adoperato per la manipolazione di bandi pubblici per favorire sempre i Paletti nella concessione della ex scuola Ravecca a Porto Venere, predisponendo un bando su misura.
Vengono contestate, tra le altre cose, dichiarazioni false per aggirare norme su conflitti d’interesse nell’amministrazione regionale, il coinvolgimento di aziende per il finanziamento occulto di attività politiche e favori commerciali, tentativi di influenzare la Soprintendenza con decisioni a favore di progetti immobiliari ed edilizi e infine ospitalità gratuite, sponsorizzazioni e contratti facilitati in cambio di concessioni amministrative.