Dura presa di posizione del Comitato genovese del’Anpi dopo la rimozione della tomba del partigiano Federico Beronio “Zatta” dal cimitero di Cichero nel Comune di San Colombamo, in Fontanabuona, Berronio nato nel 1926 a Reppia di Ne, aveva chiesto di essere sepolto a Cichero, cuore della Resistenza nelle valli del Tigullio. Accanto alla tomba un cippo realizzato impiegando anche il manganese estratto dalla miniera di Gambatesa, nella sua val Graveglia. Lo sfregio – come lo definisce l’Anpi – alla vigilia del 25 aprile.
Scrive l’Ampi: “Chi non ha rispetto dei morti, non ha rispetto neanche dei vivi: è quanto accade nel piccolo borgo di Cichero, là dove Aldo Gastaldi ‘Bisagno’ e Giovanni Serbandini ‘Bini’ decisero insieme quel ‘Codice di Cichero’ quale testimonianza unica di rigore e rispetto, per i partigiani e per chiunque incontrassero. La vicenda della rimozione della tomba del partigiano Federico Beronio ‘Zatta’, vice comandante della divisione garibaldina Cichero, è sconcertante e allarmante. I sindaci precedenti avevano sempre rispettato le volontà del partigiano e dei suoi familiari, visto anche il suo valore storico, ma una ruspa ha rimosso il cippo: peraltro, la salma incomposta è stata nuovamente seppellita. Era quindi necessario arrivare a questo? A pochi giorni dall’ottantesimo anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo e dalla visita annunciata a Genova del presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio per le celebrazioni del 25 aprile, dobbiamo assistere ad un atto di incuria e disinteresse che è uno schiaffo ai valori della Resistenza stessa, da cui nasce la Costituzione che resta il punto di riferimento di questo paese, anche se per troppe persone starebbe diventando desueta. Il comitato provinciale Anpi Genova condanna quindi duramente quanto accaduto nel cimitero di Cichero e pensa a quanto sia lontana, in certe azioni amministrative, la tensione morale del codice di Cichero voluto da persone diverse come Bisagno e Bini, un cattolico e un comunista, entrambi tesi solo a liberare l’Italia”.