Dell’amore nel Golfo più che protagonista è icona e le icone, si sa, possono anche sfarfalleggiare ingigantendo la realtà.
Nata Oldoini, battezzata Virginia con un codazzo di altri sei nomi, detta Nicchia, soprannominata Rapalina per certi ascendenti paterni proprietari terrieri, conosciuta da tutti come la Contessa di Castiglione, ci fosse stato il concorso di Miss Estate Sprugolina l’avrebbe vinto a mani basse quell’agosto di centosettantadue anni fa quando i Savoia vennero qua per fare le bagnature.
Era la sua occasione e lei non la sciupò ma anzi giocò così bene le sue carte che da lì partì una magica avventura che la portò addirittura ad essere un’Imperatrice senza Impero.
Cose note, dette e ripetute più volte. Meglio allora dire dell’estate di quella poco più che sedicenne che, tuttavia, nonostante la minore età era già non poco chiacchierata. Certo, aveva tutte le carte in regola per diventare la protagonista di quell’estate assolata.
Sprugola City è ancora modesta, offre poche occasioni di svago ma un testimone assai attendibile, addirittura l’aiutante di campo del Re, nelle sue memorie asserisce che l’unica distrazione presente in loco era la straordinaria bellezza della signorina Virginia.
Gli anziani sono attratti dalla gioventù ma la lettura suggerisce l‘idea che la giovane sia ormai definitivamente donna, conscia del proprio fascino che viene ulteriormente arricchito dalla seduzione della prima ingenuità.
Sono tanti i giovanotti che le ronzano attorno, sciami di api indaffarate a cercare di suggere il nettare più prezioso dal fiore più bello.