“Betania – Sermig”: i tanti modi per educare a sentimenti di pace

“Betania – Sermig”: i tanti modi per educare a sentimenti di pace

Bandiera della pace

Nel corso del convegno “Opus Iustitiae Pax” sul tema della pace, svoltosi alla Spezia nel salone di Tele Liguria Sud per iniziativa di varie organizzazioni cattoliche e della rete “Pace e disarmo”, l’associazione “Betania Amici del Sermig” ha presentato il progetto “Io sono caPACE”. Il progetto è stato messo in opera insieme agli alunni di alcune scuole superiori della città: Liceo classico “Costa”, Liceo scientifico “Pacinotti”, Liceo socio-pedagogico “Mazzini”. Gli studenti hanno realizzato un doposcuola per bambini non italiani, provenienti dalle scuole elementari “Revere” e “Manzoni”. Non solo: grazie alla collaborazione con la parrocchia San Francesco di Fossitermi, il corso ha potuto fornire aiuti mirati a bambini di famiglie non italiane impossibilitate a supportare i figli nel loro percorso scolastico. I ragazzi hanno dato un costante aiuto settimanale, divenendo punto di riferimento per i bambini e permettendo loro di raggiungere risultati concreti di socializzazione e di istruzione. Lo hanno riconosciuto prima di tutto le maestre curricolari di riferimento. Altro progetto che ha avuto l’apporto indispensabile degli studenti è stato la musicoterapia per malati di Alzheimer, svolta sia in sedute collettive, sia in sedute personalizzate, secondo una metodologia sperimentale in collaborazione con una Università di Londra. Sono stati inoltre tenuti incontri su particolari situazioni di fragilità, come attenzione verso le persone senza fissa dimora (progetto “Ambulatorio mobile del tavolo delle povertà”), verso persone in difficoltà economica (progetto di raccolta beni alimentari), verso la situazione vissuta da soggetti detenuti (testimonianze dirette di operatori volontari del carcere spezzino). Si è dato così modo di toccare con mano realtà che hanno modificato il tessuto sociale di una città, quale l’esperienza dell’Arsenale della pace di Torino – Sermig, grazie alla quale un ex arsenale militare è divenuto luogo di accoglienza e di fraternità. I commenti entusiasti dei ragazzi, raccolti via via che le attività venivano proposte e vissute, i loro consigli e le loro idee hanno fornito nuova linfa per costruire percorsi sempre nuovi. L’esperienza vissuta ha potuto così essere considerata, per gli studenti che vi hanno partecipato, non solo un punto di arrivo, ma anche uno stimolo importante a sentirsi sempre più protagonisti di una comunità solidale, proiettata in un autentico cammino di pace.
(Giovanni Ricchetti)

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