“La sindaca di Follo, Rita Mazzi, ha rassegnato le dimissioni dal consiglio provinciale, lo apprendiamo dalla stampa. Le motivazioni pubbliche di tale decisione sono da ricondurre alla mancanza di risorse, o strumenti, che impedirebbero l’esercizio della funzione in direzione dei bisogni della provincia. Ci sorprende che per rendersi conto della situazione si sia dovuta candidare tre volte, in ultimo alle elezioni del 6/4/2025 e dopo aver avuto, senza grandi risultati, ruoli di guida dell’ente provinciale. Non pensiamo che la situazione ad oggi sia diversa da quella che portò anni fa al suo primo insediamento e nonostante ciò due mesi fa ripropose nelle liste di centrodestra la sua candidatura”. Si apre così una nota diffusa dalla segreteria del Partito democratico di Follo.
“La prima domanda che poniamo è cosa ha fatto in tutti questi anni per determinare una inversione di tendenza. Sindaco e consigliere delegato in Provincia sono ruoli che consentono di produrre azioni concrete alla ricerca di risorse e soluzioni ai problemi riscontrati. Sicuramente poteva fare battaglia quando noi denunciavamo la scarsità dei finanziamenti regionali per le criticità del territorio oppure quando rivendicavamo la distorsione della ripartizione del fondo per il trasporto pubblico solo per fare qualche esempio – prosegue la nota del Pd follese -. Invece, a due mesi dalla terza elezione ecco gettare la spugna accampando motivazioni a cui nessuno può credere e invece lasciando aperte diverse interpretazioni del gesto che possono partire dalla mancanza di stimoli e interesse (ma allora perché candidarsi), il riconoscere le difficoltà a ricoprire incarichi così importanti e delicati ma secondo noi questi due si legano ai difficili rapporti politici all’interno della coalizione. Quindi un tema esclusivamente partitico. Peccato perché lei che si era candidata come paladina della media e bassa Val di Vara con le sue dimissioni fa eleggere un rappresentante (l’ennesimo) del comune capoluogo”.
Concludono dal Partito democratico di Follo: “Incomprensibile la decisione a due mesi dalle elezioni, al netto di eventuali motivi personali sopraggiunti, perché la motivazione data non regge, evidentemente la stessa risiede nel non detto e questo tema per una operazione di verità e trasparenza andrebbe spiegato alla comunità per quello che realmente è. Non vorremmo che la rappresentanza del nostro territorio sia crollata sotto pressioni politiche e partitiche esterne. Visto che la Provincia è un ente di secondo livello in cui l’appartenenza politica assume minore rilevanza di quella territoriale sarebbe stato più giusto fare convogliare i voti delle formazioni civiche su altre candidature che non avrebbero mai mollato il nostro territorio anzi sicuramente sarebbe stata sempre a disposizione di tutti. Riteniamo questo un atto di capricciosa irresponsabilità politica, anche se poi guardandoci indietro e considerato i risultati prodotti non ne sentiremo certo la mancanza”.
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