“Il trasporto pubblico locale alla Spezia è totalmente in crisi. Un disastro annunciato, frutto di anni di incompetenza, pressappochismo e silenzi colpevoli. Un’azienda che non ascolta, istituzioni che si voltano dall’altra parte e intanto chi lavora e chi viaggia paga ogni giorno il prezzo di questa vergogna”. Si apre così un comunicato diffuso dalla Cub (Confederazione unitaria di base) trasporti in vista dello sciopero di lunedì 7 luglio. “La CUB Trasporti lo denuncia ormai da mesi, in tutte le sedi e senza alcun timore reverenziale – si legge ancora nella nota della forza sindacale -: abbiamo chiesto un confronto costruttivo all’azienda, abbiamo messo tutto nero su bianco sui giornali, siamo stati ricevuti in due occasioni dal Prefetto, siamo arrivati a bussare alla porta del dottor Scajola, in Regione a Genova, per ottenere risposte certe sul futuro. Il risultato? Tante belle parole, promesse a perdere, pacche sulle spalle, ma di fatti nemmeno l’ombra. Anzi, col passare del tempo le cose sono addirittura peggiorate. Fermi a un contratto aziendale del 1997, roba da museo. Autisti in fuga: 16 se ne sono andati tra il 2023 e il 2024, quando nel 2018/2019 erano stati solo 3. Autobus stipati all’inverosimile, corse tagliate senza criterio, mezzi scomodi e fatiscenti. Basta guardare la linea 3: al mattino una corsa ogni 15 minuti, con gente lasciata a piedi come niente fosse. Turisti, bagnanti, cittadini accalcati o abbandonati. Tutto normale, tutto sotto controllo! E in questo contesto ormai grottesco, le istituzioni lanciano splendidi slogan da cartolina: ‘città turistica’, ‘città green’, così ecologica che si gira solo a piedi!”.
“E i cantieri? Un inferno – proseguono da Cub Trasporti -. Strade bloccate, deviazioni continue, percorsi improvvisati. I conducenti vengono spremuti come limoni, lavorano al limite della resistenza fisica e mentale, con turni assurdi e zero considerazione. Nessuna tutela, nessun ascolto. In tutto questo scenario chi dovrebbe controllare dorme, oppure finge di non vedere, mentre in Comune va in scena il solito copione buono per tutte le amministrazioni: consigli, interpellanze, parole vuote, inutili teatrini. Quello che viviamo è senza dubbio frutto di tutta la classe politica, da anni incapace di trovare soluzioni, con personaggi che da destra a sinistra si passano la palla e se la raccontano, mentre il servizio affonda. Non possiamo poi far finta che non ci siano altri attori che hanno contribuito per decenni
a farci arrivare a questo disastro, soprattutto quando improvvisamente oggi si ergono come salvatori della zona Cesarini. Troppo tardi!”.