Il futuro è il sole

Il futuro è il sole

Il sentiero verso la vetta dell'Alpe di Succiso (2019) (foto Giorgio Pagano)

Avrei voluto tornare a scrivere della crisi climatica già da qualche tempo, quando faceva fresco. Il  caso vuole invece che ne scriva oggi, quando è scoppiato il caldo. O meglio, più che il caso è stata la guerra: ho scritto spesso sulla guerra e sull’avanzata delle posizioni belliciste in Europa, che hanno relegato in secondo piano il fondamentale obiettivo della transizione ecologica. Ma non era, in fondo, uno scriver d’altro: esiste forse qualcosa di più inquinante delle industrie militari e degli armamenti? Il punto è che bisognerebbe scrivere della crisi climatica tutto l’anno, e non solo quando il termometro segna 40 gradi. Tra l’altro uno studio recente prevede che, in un mondo che si surriscalda, avremo anche grandi ondate di freddo: passeremo cioè “dalla friggitrice al frigorifero” – ha detto uno degli autori della ricerca – a  causa del collasso di sistema di correnti che regola la circolazione dell’acqua calda e fredda nell’Atlantico.

Insomma: la crisi climatica c’è tutti i giorni, e bisogna occuparsene tutti i giorni. La situazione è sempre più drammatica: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato da 2 mila anni, superando il 2023, precedente anno più caldo. Gli anni 2015-2024 sono stati i dieci più caldi. Il vapore acqueo atmosferico più alto rende gli eventi di precipitazioni intense più frequenti e violenti. I ghiacciai si sciolgono, mentre nel Mediterraneo scompaiono le barriere coralline e arrivano i pesci tropicali. I gas serra hanno toccato i livelli annuali più alti mai registrati nell’atmosfera.

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