Con la morte di Paolo Borrini, spentosi lunedì a seguito di un’improvvisa crisi respiratoria, il movimento cattolico spezzino ha perduto un testimone importante, protagonista di un lungo impegno volto soprattutto all’attenzione verso il mondo del lavoro. Nato nel 1942 nella parrocchia di Fabiano, da sempre feconda espressione di cattolicesimo sociale, fu negli anni Sessanta dirigente della Gioventù diocesana di Azione cattolica. Erano gli anni del Concilio, quando anche alla Spezia e in diocesi ci si interrogava, e insieme si agiva per comprendere i “segni dei tempi”.
Per lui, nel frattempo divenuto informatore scientifico, fu quasi naturale il suo approdo alle Acli, prima come iscritto e presto come dirigente. Nel 1979 divenne presidente provinciale: una lunga, ventennale presidenza, cui seguì la guida del Patronato e che portò le Acli a reinserirsi appieno, dopo le difficoltà degli anni Settanta, nel cuore stesso della vita diocesana. Fu infatti, per vari mandati, componente del consiglio pastorale e della consulta per il mondo del lavoro, e delegato al Sinodo. Suo punto di riferimento erano le “tre fedeltà” acliste: alla Chiesa, alla democrazia, al lavoro, anche quando, per alcuni anni, il sindaco Pagano lo nominò assessore alla mobilità.