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Sanità, Pci: “Non servono accorpamenti né fusioni, ma investimenti pubblici, assunzioni stabili, rilancio di medicina territoriale e prevenzione”

Sanità, Pci: “Non servono accorpamenti né fusioni, ma investimenti pubblici, assunzioni stabili, rilancio di medicina territoriale e prevenzione”

Franco Cirillo

“Il progetto di accorpamento delle Asl in Liguria, voluto dal presidente di Regione Marco Bucci, rappresenta l’ennesimo passo verso la centralizzazione e la burocratizzazione della sanità pubblica a discapito dei cittadini, dei lavoratori del settore e del diritto universale alla cura. Dietro la retorica dell’’efficienza’ e del ‘risparmio’, si nasconde la solita logica liberista che da anni smantella il servizio sanitario nazionale, trasformandolo da strumento di tutela collettiva a macchina amministrativa gestita come un’azienda. L’esperienza insegna: quando si accorpa, non si migliora, si taglia. Si tagliano i servizi, si taglia il personale, si taglia la vicinanza tra istituzioni e territorio”. Si apre così una nota diffusa dal Dipartimento sanità della segreteria regionale del Partito comunista italiano, a firma di Franco Cirillo.

“Nelle aree periferiche della Liguria, da Ponente a Levante, la situazione sanitaria è già oggi drammatica: ospedali sottodimensionati, carenza cronica di medici e infermieri, pronto soccorso al collasso. Con l’accorpamento delle Asl, i cittadini vedranno peggiorare ulteriormente la possibilità di accedere a cure tempestive e di qualità. Chi vive lontano dai grandi centri sarà sempre più isolato, costretto a spostarsi per ore per una visita specialistica o un esame diagnostico. Altro che ‘razionalizzazione’: questo è abbandono istituzionale – prosegue Cirillo -. Di fronte a questa scelta, troviamo un’opposizione timida e ambigua che non va oltre a qualche dichiarazione di facciata. A parte qualche raro distinguo, nessuna opposizione reale al modello di sanità aziendalizzata che lo stesso centrosinistra a traino Pd ha contribuito a costruire negli anni di governo regionale sin dai tempi di Burlando che tagliò oltre 80 posti letto negli ospedali pubblici”.

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