Dal garage alla bottega digitale: il ritorno al lavoro con le mani dopo l’era del laptop

Dal garage alla bottega digitale: il ritorno al lavoro con le mani dopo l’era del laptop

Generico novembre 2025

Dopo un decennio di coworking, call su Zoom e vite scandite dal calendario digitale, qualcosa si muove sotto la superficie dell’economia italiana: i giovani tornano a guardare ai mestieri manuali. Non è un guizzo vintage né un ripiegamento romantico. È una ricerca di senso, autonomia, qualità. I numeri del Radar Artigiano del Censis parlano chiaro: tra i giovani che oggi non lavorano nell’artigianato, quasi quattro su dieci dichiarano che vorrebbero farlo; persino tra chi un impiego ce l’ha, ma in altri settori, oltre il 40% prenderebbe in considerazione un mestiere artigiano. In altre parole, l’attrazione verso il “lavoro con le mani” non è un’eccezione folcloristica: è un segnale sociale.

Per capire la portata del fenomeno conviene guardare alla forma che l’artigianato ha oggi. È un universo vasto, fatto in grande maggioranza di microimprese e ditte individuali, con un numero medio di addetti ridottissimo e una capillarità territoriale che nessuna grande azienda può eguagliare. Ma soprattutto è un settore che, mentre la componente tradizionale rallenta, vede crescere una sua versione “ibrida”: la bottega che sta su strada ma anche sul web, che usa piattaforme, motori di ricerca e recensioni come un tempo usava il passaparola. Nel periodo recente, la componente digitale dell’artigianato è quella che tiene, e in molti casi avanza: nicchie iper-specializzate, su misura, con filiere corte e relazioni lunghe.

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