
Genova. Il tunnel subportuale torna a scaldare il dibattito politico della città, facendo emergere, ancora una volta, alcune possibili criticità legate al tracciato della galleria che dovrebbe unire la Foce con Sampierdarena passando sotto città e porto. L’occasione è il passaggio in Commissione consigliare della delibera di inserimento nel Puc del progetto dell’opera, un atto necessario per recepire il progetto approvato e ora in fase di progettazione esecutiva.
In Sala rossa, però, si torna a parlare dei dettagli dell’opera, la cui ricaduta sul territorio ha ancora molti aspetti da chiarire. In primis lo sbocco di levante. Come è noto l’ingresso e l’uscita del tunnel in via Brigate Partigiane prevede un innesto con la viabilità urbana molto complesso, con la necessaria rivisitazione delle famose aiuole della zona, ripristinate in questi anni a seguito del rifacimento della copertura del Bisagno. Il progetto prevede la cancellazione delle aiuole da via Cecchi in giù verso mare, vale a dire circa un terzo delle stesse. Una soluzione che ha trovato pareri discordanti ma che vede la giunta e gli uffici tecnici del Comune impegnati nella definizione di una controproposta rispetto al disegno presentato dallo Studio Piano, che prevede l’introduzione dell’inserimento di alberature. “Crediamo che il verde debba essere innanzi tutto frubile in una città moderna – ha sottolineato l’assessore all’urbanista Francesca Coppola – tenendo anche conto che il verde meramente decorativo ha dei costi molti elevati di manutenzione che impongono una attenta riflessione e analisi”. Secondo le cifre emerse durante la commissione, la civica amministrazione spende circa mezzo milione di euro all’anno per il mantenimento delle decorazioni a verde presenti in città, da viale Brigate Partigiane alle Caravelle, insieme alle altre parti “scenografiche” presenti in città.